56 giorni di Catherine Ryan Howard

Aspettavo da tanto di ricadere nel vortice di un thriller psicologico ed eccoci qui. 56 giorni di Catherine Ryan Howard faceva proprio al caso mio.
Ho letto numerose recensioni positive e non potevo lasciarmelo scappare.
La storia è ambientata in Irlanda, a Dublino (sì, proprio la mia città del cuore) in uno dei momenti che tutti noi abbiamo vissuto e che tende a non essere raccontato. Il lockdown, la pandemia e il COVID-19.
Ed è proprio questo l’aspetto che mi ha catturata fin da subito: l’idea di usare il confinamento come cornice narrativa di un thriller. Un’idea semplice, ma potentissima. La tensione, il sospetto, l’isolamento… tutto si amplifica, tutto si fa più intimo e pericoloso.
Ciara e Oliver si conoscono da poco, ma il lockdown offre loro un’occasione particolare: vivere insieme per non affrontare da soli l’isolamento. Una scelta azzardata? Forse sì.
Perché 56 giorni dopo, uno dei due è morto.
E quando la polizia entra in quell’appartamento, trova un corpo in decomposizione.
Cosa è successo? Chi sta mentendo? E perché?
Il romanzo si muove su tre linee temporali e diverse voci narrative: quella di Ciara, quella di Oliver e quella degli investigatori. Un intreccio che costruisce tensione pagina dopo pagina, rivelando bugie, segreti e dettagli inquietanti che fanno cambiare prospettiva più volte.
Cosa ho apprezzato:
- L’ambientazione realistica. Il lockdown non è solo un pretesto, è parte integrante della storia. Le restrizioni, la solitudine, la paranoia… tutto è raccontato in modo vivido.
- I colpi di scena: Alcuni sono davvero ben piazzati, con rivelazioni che arrivano al momento giusto. Uno su tutti dove sono rimasta a bocca aperta!
- Lo stile: diretto, scorrevole, senza fronzoli. Ti tiene incollata, anche grazie ai capitoli brevi e alternati.
- La costruzione psicologica dei personaggi: nessuno è solo quello che sembra. E più leggi, più dubiti di tutti.
Cosa mi ha lasciata un po’ perplessa:
- Fino a pagina 200 circa ancora brancolavo nel buio. Le ultime 100 pagine una corsa contro il tempo. Qualche spoilerino prima non sarebbe stato male.
- I salti temporali, seppur ben gestiti, possono inizialmente confondere. Ogni tanto tornavo a inizio capitolo per capire in che momento mi trovassi.
- La scrittura è volutamente fredda, quasi distaccata. Una scelta coerente con la storia, ma può rendere difficile empatizzare davvero con i personaggi.
- Chi cerca una lettura “evasiva” forse non apprezzerà il ritorno così vivido al periodo della pandemia.
56 giorni è un thriller intelligente, cupo e ben congegnato. Non ti travolge con azione frenetica, ma ti avvolge lentamente, come una ragnatela costruita con precisione.
È il libro perfetto se ami i romanzi psicologici che ti fanno rimanere un pò sotto shock e ti fanno dire: “ma come le è venuto di scrivere una roba del genere?!?”
Voto super positivo! ⭐️⭐️⭐️⭐️
Perfetto per chi cerca un thriller diverso dal solito, capace di intrecciare cronaca e finzione con eleganza e tensione.
Autore
stefania.conti@leggisognascrivi.it
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