Il dolce sorriso della morte di Roberto Ottonelli

Il dolce sorriso della morte di Roberto Ottonelli, è un thriller psicologico potente e disturbante che mi ha catturata sin dalle prime pagine. Crudo in molti passaggi, ma mai gratuito: tutto è descritto con una lucidità spiazzante, quasi chirurgica. Ottonelli ci regala una storia intensa, in cui il male non è solo azione, ma spesso conseguenza di un dolore antico, di ferite mai guarite.
La trama si muove su due binari che lentamente si avvicinano. Da un lato c’è Marco Bordoni, un consulente finanziario di trentasette anni che vive ancora con la madre, in una quotidianità fatta di controllo, silenzi e un legame familiare soffocante. Marco è segnato da un’infanzia devastante: un padre violento, un vicino abusante, una madre che anziché proteggerlo sembra tenerlo in una prigione emotiva. I suoi pensieri sono cupi, i suoi istinti inquietanti… ed è proprio nella sua mente che ci troviamo catapultati, senza filtri. Con lui, il confine tra il bene e il male è incredibilmente sottile, sfumato, tanto da farci dubitare di ciò che è giusto e ciò che è mostruoso.
Dall’altro lato, c’è l’ispettore capo Barzagli, alle prese con una serie di omicidi brutali che insanguinano Milano e il suo hinterland. Con l’aiuto di uno psicoterapeuta esperto in profili criminali, Barzagli cerca di dare un volto a un killer che sembra sfuggire a ogni logica, mentre la sua ossessione per il caso rischia di distruggere anche la sua vita personale.
La narrazione alterna i punti di vista dei due protagonisti, rendendo il ritmo avvincente e il coinvolgimento emotivo altissimo. Ho apprezzato tantissimo questa scelta: ci permette di entrare a fondo nelle loro fragilità, nei loro fantasmi. La figura della madre di Marco, in particolare, è descritta con una tale intensità che l’ho sentita quasi opprimente – come se fosse un personaggio che aleggia anche fuori dalle pagine, inquietante e invadente.
Lo stile è semplice, diretto, e proprio per questo estremamente efficace. Ottonelli non si perde in fronzoli: ogni parola è scelta con precisione, ogni scena costruita per scavare nella mente dei suoi personaggi e, di riflesso, nella nostra.
In conclusione, Il dolce sorriso della morte è un romanzo forte, viscerale, che non lascia indifferenti. Una lettura che consiglio a chi ama i thriller psicologici ma soprattutto a chi cerca storie che sanno graffiare l’anima, senza paura di guardare nell’oscurità.
Autore
stefania.conti@leggisognascrivi.it
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