Non dire una bugia di Alafair Burke

In Non dire una bugia di Alafair Burke, veniamo trascinati nel cuore pulsante di una New York elegante e corrotta, dove la verità si nasconde sotto strati di privilegi, silenzi e scelte sbagliate. La protagonista è Ellie Hatcher, una detective del NYPD che si trova a indagare sul presunto suicidio di Julia, figlia adolescente di una famiglia dell’alta borghesia. Una ragazza che – sulla carta – aveva tutto: bellezza, ricchezza, una scuola d’élite e una casa in uno dei quartieri più esclusivi della città.
Ma dietro al volto sereno della vittima, qualcosa non torna. Il biglietto d’addio è troppo perfetto, le dinamiche familiari troppo fredde. Ellie, inesperta ma capace di leggere tra le righe, sente che quella morte nasconde un mondo intero di bugie mai dette.
Alafair Burke è magistrale nel costruire tensione: la narrazione è scandita da capitoli brevi (ADORO!), cambi di prospettiva, salti temporali che aumentano il senso di inquietudine. Ogni personaggio ha qualcosa da perdere. E nessuno è del tutto innocente.
Il cuore del romanzo, però, pulsa soprattutto attorno a una domanda disturbante: cosa siamo disposti a ignorare pur di mantenere in piedi un’illusione?
Tra segreti adolescenziali, genitori accecati dall’ambizione e un sistema che premia chi sa mentire meglio, Non dire una bugia diventa più di un thriller: è uno specchio sulle dinamiche familiari, sul potere del silenzio e sulle ferite che ci portiamo dentro – anche quando facciamo di tutto per nasconderle.
Se amate i thriller psicologici che scavano nell’animo umano, che non cercano solo il colpo di scena ma la verità più scomoda, questo libro fa per voi. Ma attenzione: una volta iniziato, sarà impossibile smettere di leggere.
Quanto si può essere bravi a mentire? E quanto può ingannare una vita all’apparenza perfetta?
Autore
stefania.conti@leggisognascrivi.it
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